Caneva Canaregio Venezia

El vin che conta la storia de Venexia, 'na ombra de tradiziòn e magia.

Scopri l’essenza di Venezia, racchiusa in ogni sorso.
Un vino che racconta secoli di storia e tradizione.

La storia del vino Malvasia: una tradizione veneziana

Il legame tra Venezia e la Malvasia risale al XIII secolo quando la Repubblica di Venezia conquistò Monemvasia, una città portuale del Peloponneso. Durante la Quarta Crociata (1202-1204) Venezia si assicurò il controllo di questa città, un centro vitale per il commercio vinicolo del Mediterraneo orientale. Da quel momento il vino prodotto in queste terre iniziò a viaggiare lungo le rotte marittime veneziane e la Malvasia divenne uno dei prodotti più esportati dalla Serenissima.

Con il termine Malvasia i veneziani indicavano un vino dolce e aromatico che divenne famoso non solo a Venezia ma in tutta Europa. La sua capacità di conservazione durante i lunghi viaggi marittimi ne fece un prodotto ideale per il commercio internazionale. Come affermavano i veneziani dell’epoca: “El vin de Malvasia el xe bon par tuti e par tuto”.

Le "malvasie": il tempio del vino a Venezia

Se le osterie erano il cuore della vita sociale a Venezia, le “malvasie” erano luoghi specializzati nella vendita del vino Malvasia. Questi locali prendevano il nome dall’omonimo vino importato dalle isole greche, in particolare da Monemvasia. Nelle “malvasie” si poteva trovare una selezione di vini più dolci e aromatici rispetto a quelli comunemente serviti nelle osterie. La Malvasia divenne così popolare che molte calli e ponti di Venezia presero il nome da queste taverne, come ad esempio “Calle della Malvasia” o “Ponte della Malvasia”.

All’interno di una “malvasia” si poteva assistere a scene tipiche della vita quotidiana veneziana. Nobili e mercanti si sedevano a tavoli di legno scambiando affari e racconti di viaggi lontani mentre il vino scorreva abbondante nei “goti”. Le “malvasie” erano anche luoghi di incontro per i marinai che dopo lunghe traversate in mare tornavano a casa per un bicchiere di vino e un po’ di compagnia.

“El vin fa bon sangue, e la Malvasia xe la regina de tuti i vin”.

Il vino navigato: la capacità di resistere ai viaggi

La Malvasia era considerata un “vino navigato” in quanto poteva essere trasportata via mare per lunghe distanze senza deteriorarsi. Questo vino, grazie alla sua alta concentrazione di zuccheri e alla sua acidità equilibrata, poteva affrontare viaggi che duravano settimane mantenendo intatte le sue caratteristiche organolettiche. Gli aromi intensi della Malvasia coprivano eventuali difetti dovuti al trasporto, rendendolo perfetto per l’esportazione.

La definizione di “vino navigato” era usata dai mercanti veneziani per indicare quei vini che potevano viaggiare senza perdere qualità. In dialetto veneziano si diceva spesso: “El vin che no va in malora in mar xe ‘na benedission” riferendosi proprio alla capacità della Malvasia di resistere alle intemperie e ai cambiamenti di temperatura.

Il Vino a Venezia: un legame con la storia e la società

Il vino ha sempre avuto un posto speciale nella cultura veneziana tanto da diventare un simbolo di status, ricchezza e prosperità.

Venezia riuscì a stabilire un florido commercio vinicolo attraverso le sue reti commerciali estese: il vino veniva importato da tutte le regioni del Mediterraneo e distribuito in città dove le osterie e le “malvasie” divennero veri e propri centri di aggregazione sociale.

In un tipico giorno a Venezia si poteva vedere un gruppo di “veci” seduti fuori da una “malvasia” intenti a sorseggiare un bicchiere di vino e discutere degli affari della giornata, della politica o degli ultimi avvenimenti in città. 

Il declino e la rinascita della Malvasia: una storia di resilienza

Con l’espansione ottomana nel XVII secolo Venezia perse il controllo dei principali centri di produzione della Malvasia in Grecia, tra questi l’isola di Creta (Candia).

Questa perdita segnò l’inizio di un periodo di declino per il commercio di questo vino che per secoli era stato uno dei pilastri dell’economia veneziana.

Tuttavia la Serenissima riuscì a risollevarsi incentivando ulteriormente la produzione di Malvasia in altre regioni sotto il suo controllo come l’Istria, la Dalmazia e la terraferma veneta. Grazie a questi sforzi la tradizione della Malvasia sopravvisse e continuò a essere prodotta e apprezzata.

Caneva Canaregio: il vino della tradizione nella Venezia di oggi

Caneva Canaregio vuole far rivivere non solo il gusto di un vino antico ma anche il patrimonio storico e culturale che la Repubblica di Venezia ha costruito nei secoli.

In passato, le “canève” erano luoghi fondamentali per la conservazione del vino e l’idea alla base di “Caneva Canaregio” è proprio quella di evocare queste antiche radici.

Le cantine veneziane erano simboli di abbondanza, luoghi dove le botti di vino provenienti da tutto il Mediterraneo si conservavano in condizioni ottimali pronte per essere servite nelle osterie e nei banchetti della nobiltà veneziana.

Caneva Canaregio vuole restituire al vino Malvasia tutto lo splendore che ha avuto nei secoli d’oro della Serenissima quando “’na ombra”, “un goto de vin” rappresentava molto più di una semplice bevanda: era parte di un retaggio storico che collegava Venezia con le regioni più remote del Mediterraneo.

La Malvasia oggi: un ponte tra passato e presente

Caneva Canaregio vuole celebrare la tradizione della Malvasia vino simbolo di Venezia e del suo glorioso passato.

La storia del vino a Venezia è una storia di resilienza, commercio e cultura. Attraverso secoli di sfide, guerre e cambiamenti politici il vino, in particolare la Malvasia, ha mantenuto un posto d’onore nella cultura veneziana. Oggi, la tradizione vinicola della Serenissima continua a essere celebrata grazie a iniziative come Caneva Canaregio che uniscono il passato con il presente, offrendo ai veneziani e ai visitatori la possibilità di gustare un bicchiere di storia in ogni sorso.

Come diceva Baudelaire “Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere”. E nella città dove il vino è parte integrante della sua anima non c’è segreto più bello da scoprire di quello nascosto in un “goto de vin, ‘na ombra de tradizion e magia”.

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